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IL VIAGGIO

Quando Amabie capiva che era giunto il momento di mettersi in viaggio perché c’era bisogno del suo aiuto in qualche parte del mondo entrava subito in uno stato di grande agitazione. Il messaggio della sua amica, la sirena Partenope, era stato forte e chiaro: “C’è bisogno di te per salvare la mia città”. C’era da lucidarsi le piume delle ali, il becco appuntito e le tre code di sirena e soprattutto spazzolare i suoi splendidi capelli.  “Non sia mai detto che non mi presenti in perfetto ordine” pensava.

 

C’era poi il grande problema dell’itinerario da scegliere per il viaggio. Amabie ne immaginava tanti, completamente diversi fra di loro e quando sembrava che la scelta fosse fatta, si arrovellava nuovamente alla ricerca di un percorso alternativo. I suoi lunghi viaggi prevedevano grandi e dolci planate nella solitudine del mare aperto, veloci corse su spiagge solitarie o sui fondi marini e meravigliose nuotate in mari piatti come una tavola o fra onde di tempesta. Ah dimenticavo, Amabie non amava farsi vedere dalle creature umane se non era necessario e quindi viaggiava rigorosamente da sola, ma sempre con il profumo del mare a portata di becco.

 

Ecco finalmente l’itinerario:

partenza dal suo Giappone, dalla città di Kyoto; poi, passando per il mar cinese meridionale, sarebbe giunta fino alla Malesia e alla Thailandia per sbucare nell’oceano Indiano. Da lì avrebbe proseguito dritta dritta fino a circumnavigare l’Africa e infine sarebbe risalita per l’oceano Atlantico sù sù fino a Gibilterra per entrare nel Mar Mediterraneo. Lo so che starete pensando che bastava guardare un mappamondo per scoprire che c’erano tragitti più brevi ma che volete che vi dica, Amabie odiava le scorciatoie e quindi di passare per il mar Rosso e attraversare il canale di Suez non voleva proprio saperne…..

I vostri brani musicali

In viaggio - Carlo e Nina
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I vostri testi

I vostri disegni

L'arrivo di Amabie - Gloria Cagnetti

Il viaggio - Capitolo II
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