top of page

L'ATTERRAGGIO

Quando arrivò a Napoli Amabie cercò ovunque Partenope, perlustrando inutilmente fondali marini e cielo. Alla fine, a causa della stanchezza del viaggio, andò a sbattere contro un campanile, ruzzolando poi sul terrazzo di un’abitazione vicina.

Mentre si riaveva dalla caduta sentì una voce squillante alle sue spalle.

“Ola’ spirito!!”

Amabie girò il becco e vide un piccolo uomo vestito da monaco con una papalina rossa sulla testa pelata.

“Sono Amabie, spirito giapponese” disse lei solenne e un po’ altezzosa.

“Io sono Monaciello, degli spiriti il più lesto. Faccio scherzi notte tempo, infesto case belle e brutte, se ti ho sul naso, sono guai ma, se mi piaci e sei gentile, una fortuna nel cassetto troverai!”

 Così dicendo l’ometto fece un largo inchino accartocciandosi nel saio cencioso.

“Sei uno spirito! Allora saprai indicarmi dove posso trovare Partenope”

“Partenope?” fece lo spirito pensieroso.

“A verità…, io saccio tutte le cose dei cristiani che vivono nelle case. Mò i poveretti stanno chiusi dentro come soreci, non possono uscire perché c’è l’epidemia!! E accussì, noi monacielli non possiamo più lavorare. A fare scherzi non c’è gusto: stanno così preoccupati che, se sparisce qualcosa, manco se ne accorgono. E poi fanno cose strane…smatwokkìng, scuola ojlllànn…una tarantella!! Poi ci stanno quelli più inguaiati ancora, perché i soldi non ce li hanno...Noi gli facciamo trovare qualche monetina, gli diamo i numeri giusti, ma il nostro aiuto non basta. Questa epidemia s’addà ferma’!!

“Esatto!! Io sono qui per questo! Però devo parlare con il Genius loci di questa terra, devo trovare Partenope!!”

 “…Dicono che sia ovunque e in nessun luogo…: di noi spiriti è la più potente ma è inafferrabile, tiene sempre da fare…la vedi quella montagna laggiù? E’ Vesuvio, lo spirito del fuoco… ora dorme. Partenope lo tiene addormentato cantandogli la ninnananna, è la sola che ha il potere di farlo…che femmena!!” sospirò Monaciello sognante.

“Ma come è fatta? È una sirena come me?” esclamò spazientita Amabie.

“Sirena? Boh, a volte pare un auciello, a volte nu’ pesce, a volte una bella figliola, a volte tutte e tre le cose insieme”.

È un bakemono!!” esclamò Amabie.” Come gli spiriti muta-forma giapponesi!!”

“Un bakeche?? Io sacce solo che sta in ogni cosa di questa terra e il popolo di questa città le è figlio, perché lei soffia sempre parole d’amore sui loro cuori…”

Amabie abbassò la testa sconfortata, ma si sentì investita da una luce calda e potente. Si voltò e vide una donna bellissima immersa nella luce.

“Partenope!!” esclamò felice.

“Bonasera bella mbriana mia!!” esclamò Monaciello tutto contento.

I vostri testi

I vostri disegni

Amabie cerca partenope - laura e claudia

Lo sguardo di Amabie - collage di Sergio

Amabie - assembramento - Antonio Giodano

L'atterraggio - Capitolo III
00:00 / 00:00
bottom of page